Ho letto con interesse le due pagine di domenica 25 agosto, del quotidiano La Sicilia, dedicate alla chiusura delle province ed alla formazione dei nuovi consorzi. Sono rimasto meravigliato delle proposte formulati da alcuni consulenti incaricati dalla Regione. Praticamente la geografia politica dell'isola, secondo alcune tesi, dovrebbe ritornare al 1800. Dalle prime proposte emerge che si dovrebbero creare 3 aree metropolitane ed il numero dei consorzi non dovrebbe superare quello delle attuali province, in ogni caso sono certo, che sarà resa difficoltosa la possibilità di creare nuovi consorzi, si farà tutto a tavolino. Non sono servite a niente, guerre, lotte popolari, definizione di limiti territoriali tra comuni e province, è stato tutto uno scherzo, con un colpo di spugna si cancellerebbe la storia e tutto quello che c'è dietro, con il rischio di creare tanta confusione, dato che oramai tutto è tarato proprio su questi limiti territoriali. Ma invece di puntare su soluzioni rottambolesche, non sarebbe più facile lasciare i limiti così come sono, cambiare l'appellativo da province a consorzi? Perché tanto di questi tempi non è importante fare le rivoluzioni vere, basta cambiare nome alle cose e tutti sono felici e contenti! Gli spazzini sono operatori ecologici... gli inabili sono diversamente abili.... le puttane sono escort.... e le province diventeranno consorzi! Stupendo. Nell'illusione di conseguire economia attraverso la soppressione del sistema democratico e della rappresentanza con elezione di primo livello, penso che si stia rischiando di compiere il più grave delitto antidemocratico mai accaduto nella Regione Siciliana, del quale ci pentiremo nei prossimi anni, per non esserci opposti. Dalle prime avvisaglie, emerge che sta per nascere un sistema oligarchico ed autoreferenziale dove il cittadino conterà sempre meno. Rischiano di pagarla anche tutti questi parlamentari, eventualmente, complici di queste false rivoluzioni. Purtroppo, c'è da temere che dietro queste manovre, ci siano interessi economici e politici di parte, possibilmente legati al momento, non mi spiego altrimenti, tutto questo attivismo: con il pretesto di abolire le province creeranno i consorzi, e non vedo perché cambiando l'appellativo ed i confini territoriali, questi dovrebbero essere più efficienti e produrre risparmi: Se si ha un minimo di obiettività, il problema dei costi dei consiglieri e degli assessori è un falso problema che serve solo per sviare l'attenzione e acquisire consenso popolare per fare false rivoluzioni, finalizzate a chissà a quali oscuri obiettivi.
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domenica 25 agosto 2013
"escort" e non "puttana",si dice "consorzio" e non "provincia".
Ho letto con interesse le due pagine di domenica 25 agosto, del quotidiano La Sicilia, dedicate alla chiusura delle province ed alla formazione dei nuovi consorzi. Sono rimasto meravigliato delle proposte formulati da alcuni consulenti incaricati dalla Regione. Praticamente la geografia politica dell'isola, secondo alcune tesi, dovrebbe ritornare al 1800. Dalle prime proposte emerge che si dovrebbero creare 3 aree metropolitane ed il numero dei consorzi non dovrebbe superare quello delle attuali province, in ogni caso sono certo, che sarà resa difficoltosa la possibilità di creare nuovi consorzi, si farà tutto a tavolino. Non sono servite a niente, guerre, lotte popolari, definizione di limiti territoriali tra comuni e province, è stato tutto uno scherzo, con un colpo di spugna si cancellerebbe la storia e tutto quello che c'è dietro, con il rischio di creare tanta confusione, dato che oramai tutto è tarato proprio su questi limiti territoriali. Ma invece di puntare su soluzioni rottambolesche, non sarebbe più facile lasciare i limiti così come sono, cambiare l'appellativo da province a consorzi? Perché tanto di questi tempi non è importante fare le rivoluzioni vere, basta cambiare nome alle cose e tutti sono felici e contenti! Gli spazzini sono operatori ecologici... gli inabili sono diversamente abili.... le puttane sono escort.... e le province diventeranno consorzi! Stupendo. Nell'illusione di conseguire economia attraverso la soppressione del sistema democratico e della rappresentanza con elezione di primo livello, penso che si stia rischiando di compiere il più grave delitto antidemocratico mai accaduto nella Regione Siciliana, del quale ci pentiremo nei prossimi anni, per non esserci opposti. Dalle prime avvisaglie, emerge che sta per nascere un sistema oligarchico ed autoreferenziale dove il cittadino conterà sempre meno. Rischiano di pagarla anche tutti questi parlamentari, eventualmente, complici di queste false rivoluzioni. Purtroppo, c'è da temere che dietro queste manovre, ci siano interessi economici e politici di parte, possibilmente legati al momento, non mi spiego altrimenti, tutto questo attivismo: con il pretesto di abolire le province creeranno i consorzi, e non vedo perché cambiando l'appellativo ed i confini territoriali, questi dovrebbero essere più efficienti e produrre risparmi: Se si ha un minimo di obiettività, il problema dei costi dei consiglieri e degli assessori è un falso problema che serve solo per sviare l'attenzione e acquisire consenso popolare per fare false rivoluzioni, finalizzate a chissà a quali oscuri obiettivi.
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