mercoledì 24 novembre 2010

Istruttoria pratiche condono edilizio a Caltagirone

Oggi parliamo di condono edilizio, in particolare, delle pratiche arretrate giacenti al Comune di Caltagirone. Qualche mese fa ebbi a fare una interrogazione con la quale volevo evidenziare alcune problematiche in particolare stigmatizzavo il fatto che in sei mesi su migliaia di concessioni in sanatoria da rilasciare ne erano state esitate solo 115 compreso le nuove costruzioni e che a fronte di tutto ciò non aveva senso opprimere i cittadini con richieste di integrazione di documenti e pagamenti tempestivi se poi non si era in grado di definire i procedimenti. Evidenziavo anche che i tecnici esterni incaricati non erano stati messi in condizione di operare autonomamente attraverso procedure standardizzate, tanto che erano costretti a continue interlocuzioni con il personale interno (sia in fase di esame che in fase di rilascio di concessione), infine, auspicavo in una soluzione. Adesso apprendo che esaminata la questione l'Amministrazione ha deciso di revocare l'incarico ai tecnici esterni incaricati. Premesso che tanti di essi manifestano un senso di liberazione, tuttavia ho notato che questi colleghi professionisti, sentono che sia stata messa in discussione la loro dignità professionale. La verità è che, nonostante il sistema dei compensi da fame,  hanno profuso impegno e passione e si sono sforzati di addentrarsi in una materia molto complessa. Hanno richiesto le integrazioni, ma che volete, dopo venticinque anni (!!!) si pretende che gente deceduta, eredi totalmente a sconoscenza dei fatti, nuovi proprietari, in un  batter d'occhio integrino documentazioni e somme che spesso comportano l'esborso di parecchie migliaia di euro, proprio così, si pretende anche da parte dei morti. Alla fine le mancate integrazioni sarebbero da addebitarsi a questi tecnici esterni? Sicuramente NO !  La verità è che c'è stata poca propensione a risolvere seriamente il problema, e molta a fare fallire il progetto dell'affidamento agli esterni. Ma nessuno dice niente, nessuno si ribella. E' normale che un tecnico esterno sia pagato con il fantasioso "metodo calderone",  è normale che non sia stato fornito uno standard per istruire le pratiche (documenti, circolari leggi e software adeguato e non improvvisato e non certificato) è anche normale che un libero professionista  incaricato all'istruttoria, abbia dovuto soggiacere a lunghe code di attesa durante gli orari di ricevimento per potere conferire con il guru della sanatoria. Non voglio soffermarmi sulla perniciosa e farmacistica prassi alla quale siamo arrivati a Caltagirone; siamo partiti che per fare una sanatoria ci voleva un elaborato grafico ed una relazione e siamo finiti che ci vogliono una miriade di documenti, non sempre previsti dalla legge però imposti dal nostro comune. Vorrei  fare presente ai più giovani  che la sanatoria 47/85 si chiama così perchè trattasi di una legge del 1985. Sono passati 25 anni!! Vorrei capire cosa hanno fatto gli impiegati e le amministrazioni succedutesi in questi anni!! Istruendo appena 100 pratiche all'anno non ci sarebbe alcun arretrato. Ora si pretendeva che tutte le pratiche del 1985 oltre quelle del 1994 e del 2003 fossero istruite in un anno. Ma c'è di più, non si dotavano i tecnici esterni di adeguati standard per essere autonomi e rilasciare le concessioni edilizie, tanto che  l'Ufficio non è riuscito, nell'anno in corso , a superare le centinaia, anche se ultimamente sono aumentati gli sforzi, per buona volontà dell'anello finale della catena che tra l'altro oltre ad occuparsi delle concessioni deve badare agli attestati, a fare visionare le pratiche e chissà a quante altre incombenze. Se mi chiedete di chi è la colpa io vi rispondo subito. E' nostra. Non è colpa dell'impiegato dell'Ufficio, o dell'Assessore al ramo, neanche del Sindaco e tantomeno del dirigente di settore. La colpa è nostra, perchè non vediamo  non sentiamo e non parliamo, anzi, in verità,  siamo dotati di queste facoltà, ma non le utilizziamo. Quando dico che la colpa è nostra mi riferisco ai cittadini, inermi,   pronti a chinarsi ed a comportarsi da sudditi di fronte al primo impiegato che si trova in un ufficio pubblico. Non siamo abituati a confrontarci ed a pretendere, nel pieno rispetto del prossimo,  nell'ossequio delle leggi e dei regolamenti, senza alcuna concessione al libero arbitrio.  Sulla sanatoria, in tutti questi anni sono nati svariati "orientamenti" dell'ufficio, che abbiamo accettato supinamente. I professionisti, spesso, anche per egoismo e convenienza economica: vale la logica "più complicato, più lavoro, pù prestazioni  = più conpenso". Ma non sempre questa logica è vincente, perchè sarebbe meglio puntare sullo snellimento delle procedure che porterebbe veloci benefici economici per tutti, anche per i cittadini non interessati alle questioni. Signori io certe battaglie provo a farle e ne sto pagando le conseguenze(con soddisfazione e orgoglio) , tuttavia esorterei noi tutti a svegliarci. Perchè non è possibile continuare in questo modo. Professionisti che ogni giorno fate code allo sportello del comune, ma dove siete? ci siete? Capisco che gli impegni sono tanti, ma ci sono problemi che vale la pensa di affrontare e risolvere una volta per tutte. Serve urgentemente un incontro tra l'amminisrazione, gli uffici e la società civile (professionisti, cittadini ed associazioni) è necessaio che si discuta e si risolva per sempre questa annosa questione delle sanatorie e non con i dinieghi!! Autoistruiamoci le pratiche, creiamo un modello standardizzato al quale i tecnici dei clienti possano attenersi,  autocompiliamoci le concessioni, c'è tutta la disponibilità possibile, ma per favore, che al comune non ci siano professori, che già bastano quelli che insegnano a scuola. Il confronto deve essere sempre paritario, con il rispetto della dignità di ciascuno. Certo è una questione che devono affrontare, soprattutto, i professionisti della materia ed è a loro che mi rivolgo in particolare. La questione non può chiudersi con il fatto che il Comune revochi l'incarico a tanti per darlo a pochi, non sarebbe giuto e neanche dignitoso per chi subisce questo torto.  La questione deve risolversi con buon senso: chi istruisce le pratiche interne (professionisti incaricati o impiegati) deve essere messo in condizione di poterlo fare con serenità e secondo procedure certe direi quasi certificate,  e chi le presenta e le predispone (utenti e tecnici esterni) deve avere diritto al confronto paritario con l'Ufficio. I problemi vanno affrontati certamente uno per uno, ma deve esser concesso di rilevare errori, di obiettare, di difendere gli interessi reciproci (sia dell'ufficio che dell'utenza esterna), ed a questo non deve esserci nessuna preclusione. Una lettera di precisazione o di chiarimento non può essere intesa come atto di lesa maestà, salvo che qualcuno creda di essere il Supremo. Una richiesta di riesame non può essere interpretata come offesa personale e motivo di ritorsione. Mi sorprende che alcuni applichino logiche di tipo mafioso senza neanche rendersene conto (che poi , spesso, si tratta anche di brave persone), ma probabilmente certi atteggiamenti sono nella nostra cultura, così radicati che neanche ci rendiamo conto di metterli in atto o di subirli. Lo so che nell'epoca moderna , nella quale si cercano le strade corte, anche uno scritto di questo tipo rischia di essere banalizzato, tuttavia la speranza è che possa servire da stimolo per iniziare un cammino costruttivo e condiviso. Adesso è necessario AGIRE.  Sarò un pazzo, come qualcuno mi suggerisce,  ma io sono disponibile a fare compagnia a chi vuole agire, anzi , ho già iniziato.

17 commenti:

  1. Anonimo24.11.10

    Premesso che condivido a pieno quanto hai scritto, tu che sei il mio maestro e conosci bene la materia del condono, cosa suggerisci di fare? Penso che sarebbe opportuno stilare un programma e sottoporlo all'amministrazione.
    Gianluca Iurato

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  2. secondo me quello che si deve fare deve scaturire dal confronto di tutti, per esempio la tua idea del programma è ottima . Penso che i geometri debbano riunirsi e coinvolgere le altre categorie infine discutere e sottoporre i suggerimenti all'Amministrazione comunale. La mia posizione, comunque, è quella di riaffidare l'incarico ai tecnici esterni, mettendoli in grado di lavorare autonomamente e nel rispetto della loro dignità professionale.

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  3. Anonimo25.11.10

    Ho appena letto il tuo scritto, non è per nulla banale,affrontare il problema è importante, non si può sorvolare su tutto sempre. La cosa giusta "è il momento di AGIRE". E' arrivata l'ora di eliminare una delle zavorre del nostro COMUNE, comminciamo dalle "SANATORIE". il suggerimento dell'amico GIANLUCA, di creare un programma è ottima, ma da soli non si va avanti; le ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI si devono unire per dare voce alle nostre lamentele "L'UNIONE FA LA FORZA". ciao

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  4. Anonimo26.11.10

    è tutta una cazzata

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  5. Anonimo26.11.10

    a me non sembra tanto cazzata, a me sembra pura realtà. Certo chi ha qualche amico dentro problemi a fare uscire le pratiche non ne ha.

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  6. Anonimo26.11.10

    altro che cazzata!! Ci sarebbe da denunciare agli enti competenti, no si scrivere quì!

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  7. ing. Ignazio Alberghina29.11.10

    salve
    sono l'ing. Alberghina e mi permetto di commentare quanto bloggato dal geom De Pasquale
    Capisco che il tema è scottante e di non facile soluzione e che dopo tanti anni decidere di chiudere tutti i procedimenti è un impresa.
    Abbiamo tentato prima con quattro tecnici esterni e poi con tanti (30!) tecnici esterni.
    Personalmente posso dire che tutti i tecnici incaricati hanno avuto un buon approccio nonostante le difficoltà intrinseche.
    Purtroppo non è solo un problema legato alla preparazione professionale che ritengo in vari modi risieda nella gran parte della categoria dei tecnici geometri di Caltagirone.
    Credo che il problema maggiore sia legato alla scarsa partecipazione dei cittadini (spesso disinteressati) dovuta anche al fatto che negli anni non è mai stato assunto da parte del Comune un atteggiamento deciso e che alle continue richieste inevase di integrazione documentale non sia seguito alcun provvedimento sanzionatorio. Certo adesso dopo trent'anni non è facile e a volte è anche imbarazzante!
    Mi dispiace delle accuse gratuite fatte all'Ufficio di cui mi onoro essere il dirigente.
    Ribadisco, come sempre fatto all'amico Claudio e agli altri, che tutto è perfettibile e che dobbiamo PROBABILMENTE INSIEME A TUTTI I TECNICI affrontare questione in maniera professionale e costruttiva, assumendoci responsabilità anche impopolari.
    Personalmente ritengo che l'avvio di procedure di diniego debba servire a risvegliare i cittadini da anni di inerzia.
    Decidiamo insieme la strada migliore per chiudere tutte le sanatorie, ma facciamolo in un clima disteso senza inasprimenti inutili.
    Ritengo che chi attualmente si sta occupando delle pratiche di sanatoria sia un ottimo funzionario a cui va la mia più sincera stima.
    Invece di attaccare l'Ufficio perchè non ci sediamo attorno ad un tavolo per valutare insieme tutte le problematiche?
    Sono disponibile ad istituire un tavolo tecnico settimanale insieme ai rappresentanti dei geometri per affrontare temi di ordine generale e non singole istanze.
    Valutiamo un protocollo di comportamento e andiamo avanti.
    Io sono con VOI e ritengo che lo sia pure tutto l'ufficio.

    un caro saluto

    Ing. Ignazio Alberghina

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  8. Accolgo positivamente le riflessioni dell'Ing .Alberghina, e noto che ha afferrato il senso della mia lettera aperta che comunque ha lo scopo di aprire una discussione sull'argomento. I toni, a volte aspri, a volte ingenerosi, servivano a questo. Vorrei però che si capisse che la lettera è pubblicata sul mio blog politico perchè scritta nell'ambito di tale attività. Nulla centra con la professione da me esercitata, anche se grazie ad essa posso comprendere meglio certe questioni.

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  9. geom. Terrasi29.11.10

    PRIMA PARTE
    A volte la mancanza di informazione induce a scrivere ed argomentare in modo non rispondente alla realtà su questioni che sono state e sono oggetto di attento esame e valutazione che, nel susseguirsi del tempo, si ritengono utili per dare soluzione alle stesse.
    Lo scritto che si commenta, e si commenta da solo, leggendolo attentamente, sembra mettere in luce quasi una incapacità professionale da parte di chi opera nel settore tecnico della libera professione.
    Non volendo entrare nel merito della retribuzione pattuita con i tecnici esterni incaricati della istruttoria delle pratiche di condono edilizio, si ritiene utile ricordare che gli stessi hanno sottoscritto un disciplinare di incarico ben definito, senza alcuna costrizione e per libera scelta, addivenendo,così, ai relativi patti e condizioni riportati nello stesso disciplinare; gli stessi tecnici sono stati messi nelle condizioni di operare in forma autonoma nell'espletamento dell'incarico, fornendo quanto necessario in termini di programmi e quant'altro. Non bastando ciò, si sono susseguiti alcuni incontri “formativi” al fine di sciogliere i dubbi e le possibili interpretazioni sulle procedure da seguire e sul metodo di calcolo per la determinazione delle somme per oblazione e per oneri concessori.
    Ciò non è stato sufficiente. Continuamente l'Ufficio è stato preso d'assalto, non tanto per acquisire notizie sulle pratiche quanto per capire come agire, cosa fare, come comportarsi e come risolvere le molteplici situazioni che sono proprie e caratteristiche delle pratiche di condono edilizio; non ci si è tirati indietro in questa sorta di continua, ed a volte esasperata formazione dei tecnici, dando la massima disponibilità, come si è soliti fare e, per alcuni casi, seguendo passo passo le fasi procedurali di istruttoria delle pratiche assegnate.
    In questo tempo di collaborazione da parte dei tecnici esterni incaricati non è stata assolutamente messa in discussione la dignità professionale degli stessi ed ogni difficoltà riscontrata è stata oggetto di confronto e ricerca di soluzione. Certamente è stata una nuova esperienza per quanti hanno collaborato con l'Ufficio ed essendo nuova, ha presentato le naturali difficoltà sia di apprendimento delle procedure che di applicazione.

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  10. Geom. Terrasi29.11.10

    Non si comprende il senso di “liberazione” da parte dei tecnici e di cui si scrive relativamente alla decisione di non rinnovare l'incarico per l'istruttoria delle pratiche; se tale incarico era diventato un peso, perché non si è rinunciato ad esso, come fatto da una parte degli stessi tecnici?(da 30 iniziali ne sono rimasti solo 19).
    Non si ritiene assolutamente condivisibile la paventata possibilità della totale autonomia dei tecnici esterni incaricati, anche nel rilascio delle concessioni edilizie; risulta necessaria una verifica dell'Ufficio che sottoscrive, assumendone la responsabilità, l'atto di concessione edilizia.
    Purtroppo, sempre nella logica della novità della attività svolta, procedendo a verifiche a campione, si sono riscontrate anomalie ed errori sia nella predisposizione dei pareri che delle concessioni edilizie; un fatto normale che ha, però, indotto l'Ufficio a sollecitare più volte i tecnici ad una maggiore attenzione.
    E' in questo ambito di ampia disponibilità da parte dell'Ufficio che si è agito e si agisce e non potrebbe essere altrimenti perché siamo al servizio della Città; non ritengo che vi sia la presenza di collaboratori con la qualifica di “guru” o “maestri”, non ritengo che vi siano atteggiamenti di preclusione, di ritorsione, non mi sembra che vi siano infiltrazioni che possano portare a logiche di tipo mafioso (oramai parole di moda per fare ascolto, specie se applicate alla pubblica amministrazione). La documentazione chiesta per il completamento delle pratiche è quella necessaria ed utile per il rilascio delle concessioni edilizie; l'Ufficio non può assolutamente inventarsi procedure nuove diverse da quelle già indicate dal legislatore, né può chiedere “la luna nel pozzo” in una sorta di libero arbitrio. E' verosimile, invece, quanto scritto relativamente alla circostanza che alcuni tecnici, forse, hanno preso spunto dalla presunta complessità della documentazione da produrre per diluirla nel tempo trasformando così le pratiche di condono come una sorta di vaso di Pandora da cui poter attingere un vitalizio, finché dura. E' vero che certi atteggiamenti sono radicati nella nostra cultura e sono difficili da rimuovere; è vero che l'Ufficio è da considerare il nemico da aggirare e contro il quale combattere.
    Tutto ciò è contrario alla apertura e disponibilità più volte dimostrata ed offerta ed alla richiesta di collaborazione aperta e schietta. Purtroppo siamo ancora molto lontani dal vedere realizzata una tale realtà.
    Relativamente alla emissione dei dinieghi non si tratta di trovare facili soluzioni o quant'altro; si applica semplicemente, e senza alcun altro fine, ciò che prevede la legge.
    Nonostante tutto siamo in ogni caso nella piena disponibilità, come sempre.
    Il Capo Servizio Edilizia Privata
    geom. Giosuè Terrasi

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  11. Nel rispetto delle opinioni di ciascuno ho pubblicato la superiore nota pervenuta da parte del geom. Terrasi in data odierna. Vale quanto da me detto in risposta al post dell'Ing Alberghina. Non replico perchè mi pare inappropriato, tuttavia si potrà discutere in uno di quegli incontri auspicati dall'Ing Alberghina.

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  12. Pensavo che se un ente da un incarico ad un professionsita esterno deve assolutamente fidarsi. Ad esempio se gli si affida una progettazione di un lavoro pubblico e la relativa direzione lavori, non gli si affianca un direttore lavori interno all'ufficio. La stessa cosa per le sanatorie: se l'incarico lo si dà all'esterno si ci deve fidare , dall'istruttoria alla predisposizione e rilascio della concessione edilizia. Se ad ogni passaggio l'ufficio deve controllare e reistruire , si perde il doppio del tempo. Se si ragiona così, non ha senso esternalizzare gli incarichi. Quindi l'errore è all'origine. Si obietterà che possono essere commessi errori ed il controllo è dovuto, ma questo modo di pensare non può essere condiviso perchè si parte dall'assunto che gli altri non siano capaci di seguire una procedura ben definita e nella peggiore delle ipotesi si teme la malafede. Se si creano sistemi di autocontrollo è difficile sbagliare ecco perchè è necessario stabilire degli standard o in altre parole delle linee guida alle quali attenersi. Quì non c'entra niente la preparazione o professionalità, perchè la questione è complessa e molte questioni vanno risolte anche secondo orientamenti che afferiscono a circolari, pareri dell'ARTA ed anche interni allo stesso ufficio.

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  13. Geom. Terrasi30.11.10

    Un tecnico esterno libero professionista cui è affidato un incarico di progettazione e di direzione dei lavori per la realizzazione di un'opera pubblica, se ne assume la piena responsabilità in quanto sottoscrive gli atti con valenza esterna ed ufficiale; così non è stato e non è per le pratiche di condono edilizio. E' solo una precisazione e non una polemica.
    Voglio anche correggere quanto scritto in precedenza: non si tratta del "vaso di Pandora", ma della "cornucopia", il corno dell'abbondanza.
    Ringrazio per lo spazio concessomi, Giosuè Terrasi.

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  14. Ma quale grazie, a me fa piacere. In questo modo mi da la possibilità di non fare un ragionamento a senso unico. O pandora o oornucopia forse ci stanno tuttedue! Comunque Le assicuro che non è tutto oro quello che luccica.

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  15. gianni5.12.10

    comunque una cosa è certa che nè la componente politica, nè quella tecnica siete state in grado di sistemare l'obrobrio delle sanatorie su terreni come i nostri tutti sottoposti al famoso vincolo della forestale.
    All'Ing. Alberghina che si auspica come lezione da dare ai cittadini, di sbattere in faccia subito il diniego della concessione proprio in caso del vincolo idrogeologico, dico che lo faccia pure tanto a lui cosa ne frega se rovina tanta gente che è cSCATA NELL'IMBOSCATA DELL'ULTIMA SANATORIA?
    Io sono uno di quelli che ha costruito in zona agricola con regolare permesso e tanto di abitabilità successiva e senza aver chiesto nulla di particolare al momento della concessione edilizia.
    Dopo amplio la casa , pago 30.000 euro, ricevo i nulla osta della forestale che non ho causato alcun dissesto, e all'improvviso la casa che era stata fatta in regola solo perxhè ampliata non è più regolare e diventa non sanabile.
    Che strana la vita vero Ing. Alberghina?quando me lo manda il diniego? comprensivo anche dei soldi con interessi ovviamente.
    Mi spiega la differenza giurudica fra avere costruito con licenza in un posto sottoposto a vincolo ,quindi non edificabile ma autorizzato da voi, pagando anche gli oneri di urbanizzazione, ovviamente come pizzo legale in quanto non avete urbanizzato nulla,e quella di ampliare successivamente la stessa casa solo perchè avevo sfruttato già il ridicolo rapporto fra terreno e cubatura in zona agricola?
    Avere una casa di 100mq in regola e portarla a 130 si uccide la natura vero,peccato che per incassare i soldi della sanatoria il comune non se lo aveva posto il problema.
    Cmq Ing. Alberghina io mi sono autodenunciato dell'abuso in buona fede, e ovviamente , oltre alla parte economica,dovrei pagarne le conseguenze anche magari con la confisca? demolizione?, allora lo aspetto sono qui pronto a subire questa ingiustizia, ma si ricordi almenoo di restituirmi i soldi con relativi interessi e poi di spiegare anche in sede giuridica come possa accadere che un ampliamento, a questo punto anche di 10mq comporta l'insanabilità di una casa già costruita in regola.
    bho

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  16. gianni5.12.10

    spero che il commento scritto ed inviato poco fà, vemga postato.
    grazie

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  17. Certo che viene postato, anche perchè nella comprensibile rabbia, dici delle verità, non offendendo nessuno. Ti rimando al sito web http://www.comitato326.it dove potrai trovare alcuni spunti per la Tua situazione. Ti accorgerai di quanto sia complessa la questione. Questo non toglie che bisogna fare un'azione congiunta per risolvere urgentemente la problematica.

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