Sull'inopportunità dell'abolizione delle Province Regionali Siciliane.

15.6.2013. I consiglieri provinciali di Catania si strappano le vesti per l'abolizione delle province, è notizia che durante l'ultima seduta consigliare, siano stati fortemente critici rispetto a questa decisione : dovevano difendere l'istituto intervenendo presso i loro leader quando era il momento , ormai siamo fuori tempo massimo: il limite della politica siciliana è quello di non essere lungimirante e di piangersi addosso quando il danno è fatto. A volte certe decisioni sembrano impopolari ma sono quelle giuste e la decisione da prendere era quella di NON abolire le Province Regionali ! E' stato un colpo di testa! Appare singolare che la decisione sia stata presa, quasi, in un salotto televisivo, con il Presidente della Regione che dichiarò a Giletti che avrebbe abolito le province siciliane. Da quì scherzosamente "legge Giletti". Cosa è stata questa premura, ancora in nessun altro posto, in Italia, sono state abolite le province! Nel resto d'Italia si parla di accorpamenti e non di abolizione, tra l'altro le province Siciliane avevano la funzione di "consorzi" in quanto lo Statuto Regionale non prevede l'istituzione delle province, tanto che la Legge Regionale 6/3/1986 all'articolo 3 precisa che i LIBERI CONSORZI DI COMUNI sono denominati PROVINCE REGIONALI. Quindi, non si è abolito un bel niente! Si è cambiato solo l'appellativo! Purtroppo sull''onda della delusione verso la politica si sta compiendo la distruzione della democrazia , il popolo facilmente orientabile, con sermoni populistici e demagogici, neanche se ne rende conto anzi diventa complice. L'abolizione delle province provoca alcune conseguenze di tale logicità che non bisogna essere esperti o scienziati per prevederle: 1)morte della democrazia, in quanto i rappresentanti dei consorzi saranno , probabilmente, nominati dagli enti e nella prima fase il Presidente della Regione gestirà tutto con i commissari, quasi come un dittatore; 2)moltiplicazione dei consorzi si potrebbe passare da 9 province a 33 consorzi+3 città metropolitane; 3)risparmi per circa 15 milioni di euro per pagamenti di indennità a consiglieri ed assessori (cioè nulla nel bilancio regionale) ma aumento di spese (da calcolare) per gestire 33 consorzi. 4) confusione generale e mancanza di enti intermedi di raccordo (esempio: come si ci metterà d'accordo per riparare una strada che passa da due consorzi e che interessa ad uno solo?); 5) personale da ricollocare E DA SPOSTARE nei vari consorzi ed enti locali (certo che non si può mandare a casa); 6)minore possibilità di posti di lavoro nel pubblico impiego in futuro; 7) non mi si venga a dire che i rappresentanti dei consorzi lo faranno gratis perchè o è una bufala oppure questi non faranno niente, perchè gratis in questo mondo nessuno fa niente e qualora lo faccia, lo fa a tempo perso e male!!! Ci saranno altri danni collaterali dei quali ci renderemo presto conto. La Regione costa di più perchè non l'aboliamo? I Comuni costano di più perché non li aboliamo? Perché non aboliamo tutto il sistema democratico e mettiamo a capo un dittatore, così risolviamo il problema una volta per tutte. Ma si! Ritorniamo al fascismo con i podestà e l'olio di ricino! Invece di ammazzare le province bisogna fare il contrario: chiudere tutti gli enti inutili che sperperano denaro pubblico (oltre 200 nella Regione Sicilia) ed affidarne i servizi alle provincie potenziandone la funzione.In tal modo si risparmierebbero parecchi milioni, molti di più del costo dei consiglieri ed assessori provinciali che rappresentano il POPOLO.
Nessun commento:
Posta un commento