Alla fine, è prevalso il buon senso, e la Regione, con legge 28 luglio 1990, n. 12, ha sanzionato ufficialmente quello che, nella storia e nell’immaginario collettivo, è sempre stato il simbolo della Sicilia: la “Triscele color carnato con il gorgoneion e le spighe”. I colori, “aranciato e giallo”, sono quelli aragonesi (tuttora presenti nella bandiera spagnola), risalenti a quando, dopo la guerra del Vespro (1282), fu chiamato a reggere la Sicilia, liberatasi dagli Angoini, il re Pietro d’Aragona.
Le cose sono andate diversamente per l’Inno siciliano, per il quale la Regione ha addirittura bandito un concorso. Vincitore è risultato un brano dove si parla di terra degli Dei, di mare e di paradiso in terra, certamente di ottima melodia, ma difficilmente potrà entrare nel cuore dei Siciliani essendo privo di un significato storico. Intanto è l'inno Ufficiale della Regione Sicilia.
(scaricalo: Inno Regione Sicilia Madre Terra)
Si ci poteva riappropriare con coraggio di quello che il Movimento indipendentista aveva scelto come Inno di Sicilia, composto com’era da un grande siciliano: “Suoni la tromba” dai Puritani di Vincenzo Bellini. Magari togliendo le parole antitaliane che i separatisti vi avevano adattato.
( scaricalo: Suoni la tromba)
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